Il nostro viaggio è iniziato con la NaoChallenge, una competizione di robotica suddivisa in sfide alla quale partecipano scuole e i rispettivi studenti più volenterosi. Noi abbiamo scelto di partecipare a questo evento cimentandoci nella prova riguardante il miglioramento che la robotica può portare all’inclusione sociale.
La prima cosa da fare ogni volta che si affronta un tema nuovo, soprattutto così delicato, è quella di svolgere delle ricerche e così è stato. L’Inclusione sociale molto spesso è un tema sottovalutato e viene confuso con l’integrazione: anche se entrambe queste tematiche sono essenziali per ogni società odierna l’inclusione è qualcosa che troppo spesso viene data per scontata o, addirittura, ignorata.
Con il termine integrazione intendiamo l'incorporazione di una certa entità etnica in una società, con l'esclusione di qualsiasi discriminazione civile e l'inserimento dell'individuo all'interno di una collettività, attraverso una collaborazione reciproca.
L’inclusione invece presuppone qualcosa di più: non si intende solo l’inserimento dell’individuo in un certo ambiente, scolastico o lavorativo che sia, ma si pone l’obiettivo di eliminare qualunque forma di discriminazione all’interno di una società, sempre nel rispetto della diversità.
L’inclusione, inoltre, si concentra sulle emozioni e sul tema dell’inserimento emotivo e sociale di un individuo: si basa sul benessere di ogni singola persona, cosa che troppo spesso non viene considerata.
Oggigiorno, per esempio, nell’ambito scolastico, sempre più scuole si impegnano a migliorare l’integrazione di studenti proveniente da altri paesi, affetti da sindromi o con diversità. Intesa in questo senso, ognuna di queste scuole si impegna a dare a tutti gli alunni le stesse competenze e la stessa educazione. Questo, però, non è sufficiente: ognuno è differente dagli altri, dunque ogni studente ha esigenze diverse. Nonostante l’impegno profuso da insegnanti e professori, troppo di frequente si sono verificati casi in cui questa dedizione non è risultata essere sufficiente. Ogni bambino necessita di supporto, ma alcuni ne hanno più bisogno di altri. Se uno studente non riesce a capire un argomento, più o meno complesso che sia, può essere indotto a provare imbarazzo o anche isolamento. Questo sentirsi inferiore agli altri può causare malumore e portare il ragazzo ad allontanare le persone, rendendo il compito dei genitori e dei professori ancora più
arduo del dovuto.
Il nostro obbiettivo primario, perciò, è stato quello di rendere l’ambiente scolastico più piacevole per ogni studente. Siccome l’istruzione è un trampolino di lancio verso il mondo del lavoro, ci è sembrato opportuno concentrarci sul periodo della giovinezza per trasmettere subito al soggetto quel benessere che altrimenti difficilmente avrebbe potuto acquisire nel mondo così detto reale.
Tuttavia, non volendo limitarci ad un solo ambito e ad una sola fascia di età, abbiamo deciso di ampliare i nostri orizzonti e progettare un oggetto che potesse aiutare e coinvolgere chiunque, dai più piccoli ai più anziani.
La prima cosa da fare ogni volta che si affronta un tema nuovo, soprattutto così delicato, è quella di svolgere delle ricerche e così è stato. L’Inclusione sociale molto spesso è un tema sottovalutato e viene confuso con l’integrazione: anche se entrambe queste tematiche sono essenziali per ogni società odierna l’inclusione è qualcosa che troppo spesso viene data per scontata o, addirittura, ignorata.
Con il termine integrazione intendiamo l'incorporazione di una certa entità etnica in una società, con l'esclusione di qualsiasi discriminazione civile e l'inserimento dell'individuo all'interno di una collettività, attraverso una collaborazione reciproca.
L’inclusione invece presuppone qualcosa di più: non si intende solo l’inserimento dell’individuo in un certo ambiente, scolastico o lavorativo che sia, ma si pone l’obiettivo di eliminare qualunque forma di discriminazione all’interno di una società, sempre nel rispetto della diversità.
L’inclusione, inoltre, si concentra sulle emozioni e sul tema dell’inserimento emotivo e sociale di un individuo: si basa sul benessere di ogni singola persona, cosa che troppo spesso non viene considerata.
Oggigiorno, per esempio, nell’ambito scolastico, sempre più scuole si impegnano a migliorare l’integrazione di studenti proveniente da altri paesi, affetti da sindromi o con diversità. Intesa in questo senso, ognuna di queste scuole si impegna a dare a tutti gli alunni le stesse competenze e la stessa educazione. Questo, però, non è sufficiente: ognuno è differente dagli altri, dunque ogni studente ha esigenze diverse. Nonostante l’impegno profuso da insegnanti e professori, troppo di frequente si sono verificati casi in cui questa dedizione non è risultata essere sufficiente. Ogni bambino necessita di supporto, ma alcuni ne hanno più bisogno di altri. Se uno studente non riesce a capire un argomento, più o meno complesso che sia, può essere indotto a provare imbarazzo o anche isolamento. Questo sentirsi inferiore agli altri può causare malumore e portare il ragazzo ad allontanare le persone, rendendo il compito dei genitori e dei professori ancora più
arduo del dovuto.
Il nostro obbiettivo primario, perciò, è stato quello di rendere l’ambiente scolastico più piacevole per ogni studente. Siccome l’istruzione è un trampolino di lancio verso il mondo del lavoro, ci è sembrato opportuno concentrarci sul periodo della giovinezza per trasmettere subito al soggetto quel benessere che altrimenti difficilmente avrebbe potuto acquisire nel mondo così detto reale.
Tuttavia, non volendo limitarci ad un solo ambito e ad una sola fascia di età, abbiamo deciso di ampliare i nostri orizzonti e progettare un oggetto che potesse aiutare e coinvolgere chiunque, dai più piccoli ai più anziani.
Per fare questo ci siamo affidati alla conoscenza e all’esperienza dell’Istituto Scientifico per la Medicina della Riabilitazione Eugenio Medea di Bosisio Parini.
Abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con esperti di vari settori: specialisti nei soggetti affetti da ASD (Disturbi dello spettro autistico), di robotica ed anche di inclusione sociale. Parlando con loro e visitando i vari laboratori ci siamo resi conto di trovarci di fronte a un mondo completamente diverso da quello scolastico ed abituale. Ci siamo documentati su varie sindromi selezionando quelle che ci hanno colpito ed interessato maggiormente, abbiamo ascoltato e messo in pratica tutti i consigli che ci hanno dato, elaborando infine la struttura.
Abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con esperti di vari settori: specialisti nei soggetti affetti da ASD (Disturbi dello spettro autistico), di robotica ed anche di inclusione sociale. Parlando con loro e visitando i vari laboratori ci siamo resi conto di trovarci di fronte a un mondo completamente diverso da quello scolastico ed abituale. Ci siamo documentati su varie sindromi selezionando quelle che ci hanno colpito ed interessato maggiormente, abbiamo ascoltato e messo in pratica tutti i consigli che ci hanno dato, elaborando infine la struttura.
IL NOSTRO PROGETTO
L’obiettivo era quello di progettare un’invenzione multifunzionale che avrebbe potuto aiutare il maggior numero di persone possibili affette da sindromi anche completamente differenti tra loro. Seguendo i consigli dei ricercatori dell’istituto Eugenio Medea abbiamo dunque creato una struttura interattiva con la quale sia i bambini che gli adulti possono interagire: il malumore, nella maggior parte delle persone, è causato dal sentirsi inferiori intellettualmente in confronto ad altri soggetti. Con questo progetto è possibile imparare, assimilare ed immagazzinare un grande numero di informazioni per via della sua funzionalità e dell’ambiente in cui verrebbe utilizzato: infatti non è nato per essere impiegato in ambienti stressanti, come potrebbe essere quello scolastico, ma a casa, oppure in luoghi sicuri che garantiscono un maggior assorbimento di informazioni da parte di coloro che lo utilizzano per via di un minor rilascio di dopamina (un neurotrasmettitore).
La struttura è stata studiata per essere utilizzata insieme ad un robot il quale, non avendo pensieri propri, non giudicherà il soggetto. Per questo motivo chiunque utilizzerà la struttura non si sentirà a disagio nel sbagliare siccome non si sentirebbe frustrato davanti ad altre persone. Un miglior sviluppo, però, si otterrebbe con l’evolversi della comunicazione: infatti, man mano, consigliamo di sostituire la mente artificiale con adulti consapevoli o coetanei del soggetto, per quanto riguarda i bambini. È possibile, per l’appunto, utilizzare la struttura anche in coppia: è dimostrato che alcune persone, lavorando cooperativamente, apprendono più rapidamente e, se i due soggetti sono affetti da una sindrome diversa, ciò porterebbe ulteriori vantaggi per via del legame che si potrebbe legare e per la reciproca fiducia che si instaurerebbe. Come già ripetuto, non ci siamo soffermati a studiare un solo gruppo chiuso di persone, ma il nostro obiettivo era quello di poter aiutare il maggior numero di soggetti. Per questo abbiamo creato, per la struttura, varie caselle ed immagini con cui è possibile fare collegamenti ed associazioni logiche, matematiche, cronologiche e sintattiche. Una delle sindromi su cui ci siamo voluti soffermare è proprio quella di chi è affetto da ASD.
I Disturbi dello Spettro Autistico sono caratterizzati da una compromissione grave e generalizzata in 2 aree dello sviluppo: quella delle capacità di comunicazione e interazione sociale (Deficit nella comunicazione della reciprocità sociale ed emotiva, nella comunicazione non verbale usata a scopo sociale, nella creazione e mantenimento di legami sociali adeguatamente al livello generale di sviluppo) e quella nell’area degli interessi e delle attività. Chi soffre di questa sindrome, inoltre, è soggetto all’uso stereotipato dei movimenti, del linguaggio o degli oggetti, all’eccessiva aderenza a routine, rituali motori o verbali e/o resistenza al cambiamento e alla fissazione per interessi particolari o ristretti in modo anormale nella durata o nell’intensità. Inoltre, molto spesso, chi soffre di questo disturbo non riesce a interagire con le altre persone poiché non distingue gli stati d’animo dalle espressioni facciali.
Seguendo il consiglio degli esperti dell’istituto Scientifico Eugenio Medea abbiamo deciso di creare delle immagini raffiguranti volti umani con varie espressioni e storie figurative da mettere in ordine cronologico.
Altre disturbi e/o malattie su cui ci siamo concentrati sono la discalculia, disgrafia, dislessia, negligenza spaziale unilaterale e il morbo di Alzheimer.
FUNZIONAMENTO
La struttura è stata costruita con materiali ecosostenibili, sensori, motore e pulsanti. Il suo funzionamento è molto semplice e divertente. Tale meccanismo si può dividere in fasi:
- Il soggetto prenderà le schede riguardanti l’argomento che vuole approfondire, imparare e/o migliorare.
- Le metterà in ordine secondo la richiesta del robot o della persona che si trova dall’altra parte della struttura.
- Il soggetto, dopo averlo fatto, premerà un pulsante, il quale farà azionare il motore, che farà ruotare la struttura dalla parte del robot così da poter analizzare, ed al limite correggere, la sequenza di immagini. La struttura si fermerà grazie a dei sensori di fine corsa.
- Il robot analizzerà le risposte date dal soggetto ed indicherà se esse risultano essere giuste o sbagliate e, in quel caso, il soggetto potrà decidere di riprovare o di ricevere le soluzioni corrette, oppure di eliminare dalla struttura solo le risposte errate.
- Dopo aver effettuato il controllo il robot azionerà il sensore di induzione per riportare i blocchi di fronte al soggetto. La struttura si fermerà grazie ad un altro sensore di fine corsa.
Da questo punto si può decidere se continuare, aumentare la difficoltà con nuove schede, o smettere.
ESEMPI DI SCHEDE
- Schede cronologiche: mettere in ordine cronologico gli eventi storici. Molto utile per chi soffre di Alzheimer, siccome è un allenamento
per il cervello e per la memorizzazione.
- Schede mnemoniche: ricordarsi parole, numeri o frasi e metterle nell’ordine corretto. Utile per chi soffre di Alzheimer.
- Schede numeriche: risolvere le espressioni scritte su queste schede e riordinare i risultatisecondo un ordine crescente o decrescente.
Utile per chi soffre di discalculia.
- Schede fraseologiche: mettere le parole in ordine secondo una logica o secondo indicazioni date dal robot.
Le frasi possono essere sia in italiano che in lingua straniera.
Utile per chi soffre di dislessia, iperlessia, disturbo dell’attenzione; può essere utilizzata anche per
imparare una nuova lingua o da stranieri che vengono in Italia ed hanno bisogno di più aiuto per
imparare meglio l’italiano.